Spf?

Deriva dall’inglese Sun Protection Factor e indica la capacità di quel prodotto di proteggere la pelle dai raggi UV. Questa capacità viene calcolata in laboratorio e si prende come riferimento la quantità di raggi necessari a provocare un eritema (MED). Altra cosa da dire sull’ spf indicato nelle confezioni è che si riferisce ai soli UVB, che sono quelli minori e penetrano meno in profondità nella pelle; mentre per gli UVA, che sono quelli più pericolosi perché riescono a penetrare molto in profondità, esiste un indice a parte (UVA PF) ma non si trova quasi mai nelle confezioni. Al suo posto però troviamo la scritta UVA racchiusa in un cerchio, che ci garantisce che quella protezione protegge almeno 1/3 dell’spf indicato ( c’è una legge europea che regola questi valori). Nel mercato asiatico invece possiamo trovare al posto di UVA, la scritta PA (con vari +), che indica la stessa cosa del nostro UVA cerchiato ( a più simboli + equivale maggior protezione).
Raggi UV?

Radiazioni elettromagnetiche emesse dal sole e non visibili ad occhio nudo. La nostra pelle reagisce a questo attivando la melanina, che può essere considerata la protezione naturale ai raggi uv fino a una certa esposizione(non può proteggerci in maniera adeguata se per esempio ci mettiamo ogni giorno al sole dalle 12 alle 15 ). La melanina è un insieme di pigmenti della pelle, che vengono prodotti da cellule specializzate( i melanociti) e quando avvertono il pericolo si “attivano” facendoci abbronzare e quindi cercando di respingere i raggi uv.
Esiste una protezione solare totale?

No!Quindi una protezione solare 100 non protegge comunque al 100%) e c’è una differenza minima tra spf, la protezione solare 50 ci protegge dal 98% dei raggi e la protezione solare 30 dal 97%, mentre una 15 dal 93%.
Quanta crema solare bisogna applicare?

Gli studiosi hanno calcolato quanta crema dobbiamo metterci a ogni applicazione per avere il fattore di protezione indicato sulla confezione. Dopo vari calcoli si è arrivati a due cifre: 30gr di crema per il corpo e 2 gr per il viso.
Quali filtri solari scegliere?
Siamo bombardati ogni giorno da tante pubblicità riguardo i solari e c’è la convinzione sbagliata che i solari ‘biologici'( messo tra ” perché non esistono i solari biologici) siano meno inquinanti dei classici. Vi svelo un segreto, non è vero!Avete presente la classica distinzione tra filtri fisici e chimici? Ci sono un paio di cose da dire:
- Quelli definiti fisici funzionano facendo da barriera e respingendo i raggi solari.
- I filtri chimici funzionano assorbendo i filtri e impedendo la loro penetrazione nella pelle.
- Seconda cosa e più importante: i solari “ecobio” con filtri “fisici” inquinano quanto gli altri. Quindi togliamoci questa stupida convinzione che prendendo un prodotto con filtri “fisici”( li chiamo così perché cosi capite di cosa parlo) inquina meno. Ricordatevi che ogni prodotto ecobio e non, inquina; specialmente quando si va al mare e si entra in acqua cosparsi di prodotti. Vi faccio un esempio stupido: gli oli naturali(cocco, mandorle, riso etc) sono tra gli agenti più inquinanti per l’ambiente marino, eppure sono naturali. Perché? Perché sono agenti esterni a quell’ecosistema, quindi quando vi mettete litri di olio di cocco nei capelli e poi entrate in acqua state creando un grosso danno all’ambiente marino. Lo so, probabilmente sto smontando le vostre credenze ecologiste, ma qualcuno deve pur farlo!
Che filtri solari NON usare per inquinare meno?
Su instagram già l’anno scorso ne parlai, qua ve li scrivo per rinfrescarvi la memoria:
- OXYBENZONE
- OCTINOXATE
- OCTOCRYLENE
- ETHYLEXYL SALICILATE(ES)
- ETHYLEXYL METHOXY-CINNAMATE(EHMC)
- HOMOSALATE
- TITANIUM DIOXIDE( specialmente le forme nano)
Bene, questo è un piccolo riassunto della questione protezione solare. Se avete dubbi, domande sui prodotti da preferire, curiosità o suggerimenti scrivetemi pure qua; o sui miei canali social.
Un abbraccio, Ilaria.
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